l’attualità del panopticon (considerazioni su foucault)

Lo spunto per questo articolo viene da un interessantissimo saggio di John B. Thompson, “Mezzi di comunicazione e modernità” (Bologna, il Mulino, 1998).

Thompson tratta, tra l’altro, della trasformazione della visibilità operata dai mezzi di comunicazione di massa, e di come questi abbiano assottigliato la distanza tra pubblico e privato specialmente per quanto riguarda gli uomini di potere.

Prima dello sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa, chi occupava posizioni di potere era invisibile alla maggior parte di coloro che erano posti sotto il suo governo, era insomma costretto a controllare la sua immagine solo davanti ad una ristretta cerchia di persone e in determinati momenti.

Oggi i leader poltici appaiono davanti a moltissimi individui ed appartengono ad un mondo pubblico -aperto allo sguardo di tutti- anche se per la maggior parte delle persone l’incontro reale con questi non si realizzerà mai.

Questo perchè prima la notorietà significava condivisione di un luogo comune -un avvenimento era pubblico quando aveva luogo di fronte ad una pluralità di individui fisicamente presenti- mentre con la stampa prima e la televisione dopo la pubblicità diventa indipendente dalla condivisione dello stesso luogo.

Certo è che la televisione -a differenza della stampa- fa recuperare alla visibilità gli antichi tratti legati alla percezione sensoriale e alla vista e all’ascolto, anche se (oltre al fatto che gli eventi solo visibili da più persone in luoghi  diversi) il campo visivo e la direzione dello sguardo sono controllati.

Fatte queste considerazioni, Thompson critica la visione del Panopticon di Foucault, rovesciandola.

Foucault sviluppa una visione dell’organizzazione del potere nelle società moderne e della sua relazione con la visibilità per cui mentre nelle società antiche e di ancien regime si dava visibilità ad un numero limitato di persone (esecuzioni pubbliche spettacolari etc.) per rafforzare il potere su molti, a partire dal XVI secolo le cose sono cambiate.

L’ostentazione spettacolare del potere lascia spazio a nuove forme di disciplina e sorveglianza che danno origine alla “società disciplinare” in cui i molti (i cittadini) sono visibili ai pochi, a chi ha potere.

Il Panopticon è proprio la permanente visibilità dei sorvegliati che assicura il funzionamento automatico del potere.

Thompson rovescia queso modello, sostenendo che lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa fornisce uno strumento attraverso il quale molti (i cittadini) possono raccogliere informazioni sui pochi (i potenti).

La mia opinione è che questa possibilità di osservare la vita di chi ha il potere (o la notorietà, o la fama) è una legittimazione implicita ad essere osservati.

Il Panopticon si rovescia di nuovo.

Quello che ci è concesso è un vouyeurismo strutturato, comunque controllato e non generalizzato.

Potendo guardare forse ci sembra più normale essere guardati.

E questa considerazione valida per i “vecchi” media, come può banalmente essere il Grande Fratello in TV, vale anche per quelli “nuovi”, anche se in modo diverso.

Non c’è in Facebook e nel suo tacito vouyeurismo un riflesso di tutto ciò?

Ci siamo abituati a guardare ed essere guardati?

~ di panopticalsociety su marzo 7, 2010.

13 Risposte to “l’attualità del panopticon (considerazioni su foucault)”

  1. ciao Cecilia, mi sembra un buon lavoro, la riflessione sullo stato delle cose è giusta, il controllo sociale è una delle forme di pressione che coloro che esercitano il potere sanno usare, e si migliorano di giorno in giorno…sta a noi controllati decidere se questo ci sta bene oppure no.. che ne pensi dei rivelatori sotto i cavalcavia delle autostrade? e di 1984 di George Orwell?

    • Ciao Siro!
      Vuoi dire che viviamo sotto l’occhio attento del Grande Fratello?
      Effettivamente la presenza massiccia di videocamere di sorveglianza nelle città, sulle strade e nei luoghi di lavoro non è un buon segnale di libertà…
      Dopo l’undici settembre la sicurezza è diventata la giustificazione per ogni limitazione del diritto fondamentale alla privacy (e non solo).
      In che modo combattere questa invasione?
      Tu lo sai, io sono anarchica ma decisamente non utopista per quanto riguarda la nostra società quindi la migliore soluzione (la più realistica) secondo me è informare quanto più possibile le persone dei loro diritti in materia.
      Esistono leggi (come il d. lgs. 196/2003) che tutelano il trattamento dei dati personali (tra cui le videoregistrazioni di sicurezza) e grazie alle quali se ne può chiedere la cancellazione.
      Una volta acquisita la consapevolezza del problema tra la gente una mobilitazione contro queste intrusioni potrebbe nascere… Speriamo! 🙂

  2. Sono d’accordo con le riflessioni svolte che lasciano anche una sensazione di sconvolgente impotenza di fronte alla “vita in diretta” che ci viene in qualche modo imposta…… e poi mi sembra così difficile poter reagire, possiamo passare la giornata a comunicare a tutti che non vorremmo essere osservati?. Continuate a sollevare il problema.

    • Ciao Fry, hai ragione, non possiamo passare la giornata a comunicare la cancellazione di dati di cui non sappiamo l’esistenza!
      Ma prestare attenzione alle dichiarazioni di consenso che firmiamo può essere un primo passo…
      Come potremmo reagire altrimenti?

  3. Portando il discorso sul web, senza dubbio non siamo preparati all’invasione della rete nelle nostre vite… viviamo una fase di passaggio storico e non sappiamo davvero comportarci. L’esempio più banale, praticamente nessuno chiede ai suoi amici se vogliono essere caricati in foto su facebook e poi taggati… eppure è una violazione in buona fede di profonda gravita e mancanza di rispetto, non credete? E non lo fa un’istituzione, non lo fa un rotocalco lo facciamo noi stessi con i nostri amici.

    Se qualcuno fosse interessato, ho scritto un post a riguardo sul blog della mia tesi, ve lo linko così se volete potete lasciare un commento:

    “Il Grande Fratello …è storia vecchia?”
    http://wiki-culture.blogspot.com/2010/03/il-grande-fratello-e-storia-vecchia.html

    • Ciao Mattia,
      il tema della privacy e di internet e social network è interessante anche perchè – come dici tu – non è ancora ben percepito nella società e può per questo portare le persone a non considerare come abusi pratiche che sono in realtà tali.
      Cercherò di impostare su questo tema il mio prossimo intervento, magari prendendo spunto dal tuo post!
      Il Grande Fratello si evolve, e ci sembra forse meno pericoloso quando assume le sembianze patinate e colorate di un social network…

  4. Più che a Thompson (1995), per un rovesciamento del panopticon (nella sua accezione di controllo sociale) dovresti guardare a Mathiesen e al suo synopticon (1997). Spesso questi concetti vengono visti in antitesi (vedi Bauman 2000) ma possono benissimo coesistere. Anzi, ed Internet è il mezzo che più di altri lo dimostra, synopticon e panopticon danno vita da un sistema di controllo sociale molto più articolato, duttile e versatile. Più incisivo perché laddove non arriva lo sguardo indagatore, arriva la seduzione, laddove non si scheda e cataloghi ci si uniforma sedotti dal fascino irradiato dai mass e new media.

  5. Interessante. E’ stato l’argomento della mia tesi 9 anni fa. Ho analizzato la trasformazione del concetto di visibilità soffermandomi sul passaggio dal panopticon al synopticon. Nonostante siano passati quasi 10 anni, e’ ancora un argomento attualissimo.

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